Vivere, che cos’è? (da Krishnamurti)

Lacrime, risa, sofferenza e il culto
di quello che ci siamo inventati, 
ma non siamo, alla morte, rassegnati, 
di morte già impregnato ogni virgulto.

Ogni attaccamento avrà una fine,
e la morte fa parte della vita.
Sempre rimane questa a quella unita,
vago ed incerto, fra le due, il confine.

Gli uomini si uccidono fra loro
per differenti motivi mentali,
sempre inneggiati e pur sempre brutali,
il sacro, l’ideale uniti in coro

a spargere paura e sofferenza. 
Democrazia o totalitarismo
falsi vessilli son di pacifismo: 
da loro minacciata ogni esistenza.

Se muore uno, siamo morti tutti,
reincarnazione e immortalità
son solo fughe dalla realtà, 
son sogni appena nati… e già distrutti.

La verità è coperta da un velo, 
credere nel tempo è già un morire.
Non c’è un cominciare ed un finire, 
vita e morte radici han nel cielo.

Da “L’invidia dell’utero”, Lorenza Franco, NS Edizioni Nuove Scritture 2018, p. 68