Nessuno ci consola

Ahi, quanto soffro, io che atea sono,
per Dio calunniato ed accusato
d’aver suo figlio a morte condannato
con un supplizio infame! e non perdono

chi applica la legge del taglione[1]   
a Chi non l’ha mai chiesta, offrendo doni
cruenti che li fan sentire buoni,
per averne un empio guiderdone.

Si crede Dio un tale furibondo
da dover sempre essere placato
col sacrificio del suo solo nato[2],
per averne vantaggi in questo mondo.

Per acquisir della Vittima i poteri
credenza antica è il suo sangue bere,
e mangiarne la carne. Le preghiere
non bastano ai cuori più sinceri?

A garanzia di resurrezione,
un cannibale pasto consumato,
magicamente transustanziato,
avallerà una tragica illusione.

Dormirai coi tuoi padri, il Libro[3]dice
tutto avviene soltanto sulla terra.
Non previde Platone quale guerra
scatenò poi l’idea sua infelice.

Una è la realtà, una e una sola,
schizofrenica la dicotomia.
Il mondo iperuranio è un’utopia,
nessuno c’è lassù che ci consola.

30 ottobre 2010    Lorenza Franco 


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[1] Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

[2] Soltanto il buddhismo, l’illuminismo ed alcuni filosofi hanno abolito la mentalità sacrificale, ma l’illuminismo si smentirà in seguito ricuperando la logica di guerra per affermare i propri princìpi.

[3] L’Antico Testamento