Gli orrori del sacro

Perché possa raggiungere i Celesti,

si sfondi il cranio alla bambina Inca;

quello che conta è che il Potere vinca,

lo testimoniano macabri resti.

 

Di Cìbele, una dea assai importante,

siano evirati tutti i sacerdoti,

in riti non misterici, ma noti,

cali presto il coltello mutilante.

Lecchino d'altri il vomito le mistiche,

per guadagnarsi il santo paradiso,

Se queste sono pratiche eucaristiche,

il loro confessore abbassi il viso.
 

(Ma l'escremento non gliel'ha concesso,

basti lo sputo d'un petto malato,

ché l'anima la salveran lo stesso,

con la benedizione del prelato[1]).

Senza mentalità sacrificale

come potrebbe reggersi il Potere?

Il proprio corpo, ognuno a possedere,

rinunci dunque, e conosca il male,

perché infliggendo sol fisiche pene

può, chi comanda, restare sul trono.

Non si dica perciò che Dio è buono[2]

ed anche onnipotente. Non conviene

nemmeno inventarsi troppi dèi:

Patria, Proletariato, Comunione,

Partito, Appartenenza, Opposizione,

che della crudeltà son propilei.

Un ordine non sia che vien dall'Alto,

di ogni essere vivente il rispetto.

C'è una coscienza, chiusa nel mio petto,

sia solo lei, al Bene, a dar risalto.

Lorenza Franco
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[1] Da Storia Laica delle Donne Religiose di Ida Magli, ed. Longanesi. Santa Caterina da Siena (anoressica) gustò una minestra fatta col pus delle piaghe di un malato. Margherita Alacoque leccò la diarrea.

[2] Il Cristianesimo è la religione dell’odio spacciato per amore (Ida Magli)