Nonna, mamma, zie e ghiaccio dal cielo

Ancora e sempre siete tutte qui,
i cromosomi fan collegamenti.
Ecco a che serve essere parenti,
rinasce in chi è ancor vivo chi morì.

Inferno io vi sono e paradiso,
mi porto dentro ognor le vostre pene.
Geme il ricordo e scuote le catene,
ché sempre il pianto sopraffà il sorriso.

Rivedo occhi azzurri e occhi neri,
capelli biondi, bruni oppur canuti.
Segni d’affetto allora sconosciuti,
sol troppo tardi scopri ch’eran veri.

Non t’abbandonan le persone care,
già occasioni d’amore perdute.
Immagino esperienze mai vissute,
qualche speranza lesta a tramontare.

Massi di ghiaccio piovono dal cielo[1],
fredda risposta a chi si rassegnava
e inutilmente si raccomandava
a Chi non alza mai il pesante velo.


Anche me attende il rifugio del Nulla,
Jacob e Monod conoscono il segreto[2] 
di un retaggio un po’ triste, un po’ lieto,
che a disperdere basta un nonnulla[3].

13 maggio 2000       Lorenza Franco

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[1] Fatto di cronaca. Restano a tutt’oggi inspiegabili le misteriose cadute di blocchi di ghiaccio dal cielo che nel mese di gennaio del 2000 hanno riguardato prima la Spagna e poi l’Italia.

[2] Scopritori del DNA

[3] I componenti del DNA sono tenuti insieme da legami deboli