Rispolverando Evemero

Turismo nell’isola di Pancaia. Ecco la tomba di Zeus. Lampadina! Gli dei altro non sono che antenati illustri divinizzati. Eureka! L’evemerismo[1] insegna, nessuno impara. Forse qualcuno sì, ma finisce sul rogo. Ma è pur bello pensare al nonno in cielo con l’arpa e con le ali, con superpoteri per proteggerci da lassù. Deifichiamolo. Magari da vivo l’odiavamo, magari era un poco di buono. Tutto dimenticato, bisogna che ci sia qualcuno lassù confezionato a nostro uso e consumo. Anche il padre, la nonna, lo zio possono andar bene. Li descriviamo ai nostri figli, ne vantiamo le virtù. Nasce una religione con tanto di Lari e di Penati. Altarini e statuette in casa per onorarli e pregarli. L’antenato più importante diventa anche il più grande: Zeus, Allah, Mitra, Gesù, Odino, Ahura Mazda, Vishnù, Krishna. L’antenato per eccellenza, l’antenato di tutti con tanto di superpoteri. Dal panteismo al politeismo al monoteismo all’ateismo. Fine del bisogno di un padre, l’uomo maturo diventa padre di se stesso. Sarebbe meglio madre, ma la scoperta della fisiologia della paternità ha spiazzato le donne. Dal matriarcato al patriarcato e guai ai vinti! Anzi, alle vinte.

 

Milano, 13 gennaio 2011                                 Lorenza Franco 

 

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[1] Evemero di Messina, IV-III secolo a.C.