Religioni e pace

Vescovi e papi invocano la pace,

ma senza abolir le religioni.

Ipocrisia dei cosiddetti buoni,

che della guerra troppo si compiace.

Possedeva due volti anche il dio Giano,

una di guerra, una di vittoria,

la pace non esiste nella storia,

sempre un nemico ha l’essere umano.

Covata o combattuta, è sempre guerra,

sempre c’è un servitore ed un padrone

che, spalleggiato dalla religione,

ai veri eredi ognor toglie la terra.

Nel tempio rifugiavasi lo schiavo

quando il maltrattamento era eccessivo.

Ma d’un padrone mai restava privo,

solo sperava in uno meno pravo[1].

Le cose le cambiò il Cristianesimo[2],

si riprenda lo schiavo quel padrone,

subir bisogna senza remissione,

queste le conseguenze del battesimo.

La moglie, se battuta dal marito,

esempio prenda dal paziente cane,

che la man lecca del padrone infame,

pure se col bastone l’ha colpito[3].

Ci sono battezzati e animali,

categorie di certo ben distinte,

se le magie mai non sono estinte,

multiple rimangon le morali.

L’etica laica della convivenza,

poche speranze ha di riuscita,

finché si crede in un’altra vita,

trionfa il culto della sofferenza.

                        Lorenza Franco

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[1] Sotto i Romani lo schiavo rifugiatosi nel tempio poteva rimanere al servizio del tempio stesso o essere affidato ad un altro padrone.

[2] Il cristianesimo non abolì mai ufficialmente la schiavitù. Ancora nell’800 gli schiavisti si facevano forti di una bolla arcivescovile che la giustificava con la vile spiegazione che Dio aveva creato i negri di colore diverso proprio perché dovevano servire i bianchi.

[3] Parole del padre della chiesa Clemente d’Alessandria.