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Verran per gli altri Estate, Autunno, Inverno, 
sempre sorriderà a te Primavera.
Rubato hai agli dei il segreto eterno
che ignora il crepuscolo e la sera.

Prima quartina apocrifo 171 da “ I Sonetti di W. Shakespeare,  tradotti e interpretati da Lorenza Franco”, Ed. La Vita Felice, 2000

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di Vini di Versi

La donna

La donna, che non nacque per combattere,
dovette poi combatter contro tutti.
Può dare, la dolcezza, amari frutti,
deve soccomber se vuol controbattere.
 
Schiacciato il suo pensiero nel dileggio[1],
figli di carne sol potè creare.
Nomi maschili dovette adottare,
se dell'arte cercò salir sul seggio.
 
Se si esprime con forza è lei virile,
se ha coraggio è certo un'eccezione,
se esce  dal suo ruolo è una ribelle.
Non si conosce ancora il femminile,
 
che si deve affermar con precauzione
o farsela con scope e con padelle.
 
                              Lorenza Franco

 

 


[1] Nemmeno l’illuminismo prese in considerazione le donne. Bisognò aspettare altri duecento anni.