Verran per gli altri Estate, Autunno, Inverno,
sempre sorriderà a te Primavera.
Rubato hai agli dei il segreto eterno
che ignora il crepuscolo e la sera.
Prima quartina apocrifo 171 da “ I Sonetti di W. Shakespeare, tradotti e interpretati da Lorenza Franco”, Ed. La Vita Felice, 2000
.
Gravido di dogmatici furori,
da disincanto il panico serpeggia,
rifiuto di saggezza a fortiori,
che dell’inganno il magico corteggia.
Dell’ineffabile oracolare
vuole Filosofia rifarsi ancella;
subordinando l’agire al pensare,
si ripropone la Buona Novella.
Oltre il finito c’è solo illusione,
l’oscurantismo di un papa e di sette,
maghe e tarocchi di disperazione,
di droga gli orizzonti e di burlette.
L’etico problema ormai urgente,
deve decider dell’eutanasia,
di clonazione del già esistente,
di compravendita d’organi e agonia,
di alimenti transgenici, evitando
che nuovi Gott mit uns facciano stragi,
che il sesso ritualmente mutilando,
si aspettino impossibili Re Magi.
Questo si chiede alla filosofia,
che Socrate voleva già strumento
di vita buona, priva di utopia,
di fughe da un realistico cimento,
senza ripieghi su teologie
che donin voluttà di disimpegno,
prone davanti a un divino disegno,
che chiude alla ragione le sue vie.
Lorenza Franco