Verran per gli altri Estate, Autunno, Inverno,
sempre sorriderà a te Primavera.
Rubato hai agli dei il segreto eterno
che ignora il crepuscolo e la sera.
Prima quartina apocrifo 171 da “ I Sonetti di W. Shakespeare, tradotti e interpretati da Lorenza Franco”, Ed. La Vita Felice, 2000
.
Finisce in sangue ogni dio, l’ateismo
grande messaggio è di fratellanza,
illuminato da vera speranza.
Bandiera d’ogni guerra è sempre un –ismo
ma senza un’ a davanti, crist- catt- prot-
muss- budd- ind- e quanti ancora?
Comun- naz- fasc- mentre un’aurora
soccombere dovette a Pol Plot.
Nuovo messia si proclamò ogni duce,
cominciò bene per finire male,
deluse l’entusiasmo generale
che un tempo l’acclamò, spenta la luce.
Gratifica il potere, poi uccide,
diventa sospettoso, criminale,
elimina gli amici come un male
che insidia lui, che impera et divide.
Si dice che dovran tutti pagare,
ma Franco e Stalin quando hanno pagato?
Fu, ogni crimine, dimenticato,
mai asciugate le lacrime amare.
Seimila croci eresse il buon Augusto,
il perfido Nerone circa cento
bruciò cristiani, a far giustizia intento.
Certa damnatio a chi offese il buon gusto[1],
ma il potere osteggiò dei senatori
contro la plebe troppo tartassata,
l’arte sostituì a un’arena insanguinata[2],
da poeta morì, ma senza allori.
Asserviti ai potenti gli scrittori[3]
ci hanno tramandato un suo ritratto
osceno descrivendo ogni misfatto,
sottacendo degli altri i ben peggiori.
Lorenza Franco, 8 novembre 2013