Autocoscienza?

(a immagine e somiglianza dello scimpanzé)

Perché crediamo di essere autocoscienti? Perché alteriamo l'ambiente, perché ci facciamo la guerra, perché maltrattiamo le femmine e i cuccioli (quanto basta per non compromettere l'esistenza della specie)? Forse anche un cavallo, una rana, credono di essere autocoscienti.

Noi non facciamo la guerra, dobbiamo fare la guerra. Noi non maltrattiamo le femmine e i cuccioli, dobbiamo farlo. Noi non aggrediamo l'ambiente, dobbiamo farlo. Perché? Ma perché siamo scimpanzé, con quasi lo stesso DNA! E facciamo esattamente come loro, sia che loro discendano da noi, sia che noi discendiamo da loro (questa è una tesi recente). Ci riusciamo meglio e su una più larga scala, perché siamo un po' più intelligenti, ma una ipotetica specie aliena, ancora più intelligente e proveniente dallo spazio, ci considererebbe autocoscienti? E padroni del nostro destino? E le nostre conquiste tecnologiche non sarebbero magari considerate alla stregua di amigdale, di fionde? Addio pianeta azzurro, il tuo destino è segnato. La tua stessa chimica ha prodotto il tuo nemico, la vita, dopo miliardi di esperimenti. O forse no, doveva essere così. L'Homo Sapiens eletto a strumento di distruzione, che forse non è distruzione, ma cambiamento. La galassia non se ne accorgerà nemmeno, continuerà tutto come prima, stelle che nascono, stelle che muoiono, stelle che s'ingoiano e si risputano, Big Bangs e Big Crunches all'infinito. La Terra non smetterà di esserci anche senza di noi, continuerà a girare imperterrita su se stessa e intorno al sole, che gli uomini ci siano o non ci siano non farà alcuna differenza. Saranno cancellate anche le tracce che ha lasciato: torri, campanili, cattedrali, piramidi, colossei, etc. Basterà qualche terremoto, qualche eruzione vulcanica. Poi tutto ricomincerà daccapo. Dagli organismi unicellulari ad Adamo ed Eva, dalla fionda alla bomba atomica. Ogni fine diventerà un principio.

Lorenza Franco, Madonna di Campiglio, 18 agosto 2011