Verran per gli altri Estate, Autunno, Inverno,
sempre sorriderà a te Primavera.
Rubato hai agli dei il segreto eterno
che ignora il crepuscolo e la sera.
Prima quartina apocrifo 171 da “ I Sonetti di W. Shakespeare, tradotti e interpretati da Lorenza Franco”, Ed. La Vita Felice, 2000
.
Questa mattina ho conosciuto Dio[1].
È un ometto piccolo e cattivo.
Ha preso alloggio al piano sopra il mio,
e l’ho incontrato proprio mentre uscivo.
Gli ho chiesto: “Dimmi un po’, ma tu le ascolti
quelle preghiere che la gente pia
con i pensieri sempre a te rivolti
scrive ogni giorno e piangendo t’invia?”
Mi ha risposto stizzito: “Ma ti pare?
Tutta cartaccia è, da cestinare!”
Lorenza Franco
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[1] Dio è un alibi, una delega della coscienza. Senza di lui non si possono fare guerre, stragi, genocidi. E’ un dio dai mille nomi, tutti quelli che si scrivono con la maiuscola. E’ sempre furibondo e deve essere continuamente placato con sacrifici.