Verran per gli altri Estate, Autunno, Inverno,
sempre sorriderà a te Primavera.
Rubato hai agli dei il segreto eterno
che ignora il crepuscolo e la sera.
Prima quartina apocrifo 171 da “ I Sonetti di W. Shakespeare, tradotti e interpretati da Lorenza Franco”, Ed. La Vita Felice, 2000
.
S’innamorò, l’oleandro, del cielo:
lo guardano protese le corolle,
vorrebbero staccarsi dallo stelo,
e lanciarsi in un volo alato e folle.
Stupiscono ai volteggi di farfalle,
unici fiori che non han catene,
esperte di ogni monte e di ogni valle,
che lascian dietro a sé amarezze e pene
Rossi di scorno forse, inappagati,
dell’oleandro i fiori, non mai chini,
il sogno lor coltivano ostinati,
al cielo per sentirsi più vicini.
Ma dovranno cadere, e rivelare
il nettareo segreto[1]che, appassito,
cieli lontani ancor vorrà sognare,
in un ultimo anelito sfinito.
Lorenza Franco
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[1] Il nettare dell’oleandro è velenoso.