Verran per gli altri Estate, Autunno, Inverno,
sempre sorriderà a te Primavera.
Rubato hai agli dei il segreto eterno
che ignora il crepuscolo e la sera.
Prima quartina apocrifo 171 da “ I Sonetti di W. Shakespeare, tradotti e interpretati da Lorenza Franco”, Ed. La Vita Felice, 2000
.
Lacrime, risa, sofferenza e il culto
di quello che ci siamo inventati,
ma non siamo, alla morte, rassegnati,
di morte già impregnato ogni virgulto.
Ogni attaccamento avrà una fine,
e la morte fa parte della vita.
Sempre rimane questa a quella unita,
vago ed incerto, fra le due, il confine.
Gli uomini si uccidono fra loro
per differenti motivi mentali,
sempre inneggiati e pur sempre brutali,
il sacro, l’ideale uniti in coro
a spargere paura e sofferenza.
Democrazia o totalitarismo
falsi vessilli son di pacifismo:
da loro minacciata ogni esistenza.
Se muore uno, siamo morti tutti,
reincarnazione e immortalità
son solo fughe dalla realtà,
son sogni appena nati… e già distrutti.
La verità è coperta da un velo,
credere nel tempo è già un morire.
Non c’è un cominciare ed un finire,
vita e morte radici han nel cielo.
Da “L’invidia dell’utero”, Lorenza Franco, NS Edizioni Nuove Scritture 2018, p. 68