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Verran per gli altri Estate, Autunno, Inverno, 
sempre sorriderà a te Primavera.
Rubato hai agli dei il segreto eterno
che ignora il crepuscolo e la sera.

Prima quartina apocrifo 171 da “ I Sonetti di W. Shakespeare,  tradotti e interpretati da Lorenza Franco”, Ed. La Vita Felice, 2000

.

 

 

di Vini di Versi

Amen

Nel novero entrerò dei trapassati
dopo una vita che non fu felice.
Non ho un Orfeo e non sono Euridice,
saranno, quei miei sonni, indisturbati.
 
C'è chi si illude e si crede immortale,
il Nulla affronta con cuore sereno[1],
ma della Morte sarà dolce il seno
anche per chi non cade nel banale.
 
E nemmeno rinascere vorrei
- continuerà, dell'Uomo, l'Avventura -,
ma mi fu dolce l'ultima mia cura,
perché ho sentito 
                                   cantare
                                                    gli dei.
Lorenza Franco

 


[1] Veronesi sostiene il contrario, i non credenti più sereni davanti alla morte.